Senzapensione

Senzapensione
Effetti della pensione del futuro

giovedì 24 maggio 2012

IL PENSIONATO PIU' RICCO D'ITALIA

Riroduco fedelmente l'artico trovato sul Blog del giornalista Mario Giordano. Ancora una dimostrazione di come questo paese non possa che sprofondare. Il pensionato più ricco d’Italia (quello che prende 90mila euro al mese) By Mario Giordano On aprile 30, 2011 "Molti mi hanno chiesto chi è il pensionato che prende dall’Inps 90mila euro al mese. Si chiama Mauro Sentinelli, è un ingegnere elettronico, ex manager della Telecom. E’ stato l’inventore del servizio prepagato Tim Card, tanto per dire. Nel 1999 è diventato Cavaliere della Repubblica, nel 2002 Commendatore, nel 2006 Grand’Ufficiale. Nella sua carriera, tutta telefonica, una sola ombra: la rottura piuttosto brusca, e mai spiegata fino in fondo, nel 2005 con Marco Tronchetti Provera. “A Mauro Sentinelli fu consigliato di passare alla cassa a non farsi più vedere”, scrissero allora i giornali. Sarà: ma se non doveva farsi più vedere perché nell’aprile 2010 è stato richiamato in Telecom come consigliere d’amministrazione? Nessuno l’ha mai spiegato. Sul punto non ci sono certezze. L’unica certezza è che il consigliere d’amministrazione di Telecom Mauro Sentinelli è il pensionato più ricco d’Italia. Prende 90.246 euro al mese , circa 3008 euro al giorno, che si vanno ad aggiungere al gettone di presenza Telecom. Ma l’incasso non gli deve sembrare sufficiente: nel marzo 2009 si è fatto nomrinare anche amministratore unico di Ectel Internation Sr e nel giugno 2010 è diventato presidente del consiglio d’amministrazione di Enertel Servizi Srl. Non male per un pensionato, no?" Cos' se ne vanno i nostri contributi.

giovedì 10 maggio 2012

i tempi del governo e del parlamento

Tre giorni per approvare una riforma delle pensioni iniqua e raffazzonata e tre mesi per arrivare a tagliare solo il 50% di 180 milioni di euro dell'ultima trance del finanziamento pubblico ai partiti. Anche dopo la batosta elettorale che ha portato violentemente alla ribalta il MOVIMENTO CINQUESTELLE, Governo e Parlamento mostrano di vivere in una dimensione diversa dal reale. Lo status quo va protetto e tutelato, succede con il lento pede nel procedere agli accordi con la svizzera per la tassazione dei capitali che altri paesi, con ben altra situazione finanziaria, hanno da tempo adottato, con la riottosità a riconoscere lo scandalo delle pensioni d'oro. Nel programma del Movimento Cinquestelle non ho trovato riferimento alla materia pensionistica. Di pensioni e di taglio delle pensioni sopra i 3 mila euro mensili ha parlato invece più volte Grillo. Aspettiamo che le dichiarazioni siano trasferite nel programma e chiediamo tutti che sia fatto al più presto. Poi, tutti insieme, votiamo Cinquestelle e... incorciamo le dita.

lunedì 7 maggio 2012

PENSIONE SECONDO HOLLANDE

Sento per radio 24 che Hoollande ha parlato di abbassare l'età pensionabile in Francia. Francamente, dato che in Francia già si va in pensione prima che in Italia, non sono molto certo che la promessa troverà spazio all'interno della scelta di deficit spending del nuovo governo francese. E' certo però che la sola idea che se ne possa parlare, nell'ambito di un oculato aumento della spesa pubblica per il rilancio dell'economia e dell'occupazione in Francia, è da solo buon segnale, una ventata d'aria diversa dalla cappa che ha oscuarto ogni prospettiva di vivibiltà negli ultimi tempi. Certo, dato il livello del suo debito, probabilemnte la Francia si può quantomeno permettere di parlarne. L'Italia, di abbassamento dell'età pensionabile, non ne potrà forse parlare mai, ma di difesa di un livello di pensione onorevole sì, a fronte, soprattutto, del livello di contribtui cumulati da ogni lavoratore. Un obbiettivo che si potrebbe raggiungere in breve tempo, semplicemente tagliando le pensioni più alte, sopra i 2500-3000 EURO mensili.

giovedì 3 maggio 2012

Il governo si cura dei pensionati...D'ORO

E’ notizia di oggi, quella che ha visto il governo andare sotto grazie al voto di IDV, Lega e PDL sulla questione PENSIONI D’ORO. La misura bocciata era quella che avrebbe consentito ai massimi dirigenti di stato il cui stipendio è sceso al misero livello di 300.000 euro (trattamento economico del primo presidente della Corte di cassazione) di escludere che il nuovo e più basso emolumento faccia parte della base di calcolo della quota di trattamento pensionistico da liquidare secondo il sistema retributivo. Capitooo che cosa fa il governo in età di aurea pensione. Si cura e difende la categoria. Si dice che il provvedimento sia stato preso per evitare pronunciamenti sfavorevoli della Corte Costituzionale, la stessa che pochi mesi fa ha bellamente bruciato il referendum sulla legge elettorale. In realtà si tratta di una vera e propria difesa della casta ed una evidente dimostrazione di insensibilità verso la quasi totalità degli italiani. Fa specie la compagine attore del voto contrario. Ai presentatori originari della mozione, IDV e Lega, si è infatti aggiunto successivamente il PDL. Che si tratti di una manovra per annullare anche il provvedimento che taglia gli stipendi dei manager pubblici? Vedremo.

mercoledì 2 maggio 2012

L'ineffabile senator IACHINO

Iersera, facendo zapping, sono stato catturato dalla voce stridula del Senatore Iachino che duettava con Cremaschi su Porta a Porta. Domanda: ma chi lo ha votato uno così? Uno che di fronte alle oggettive ed incontestabili argomentazioni di Cremaschi ha continuato a ripetere l’abusata litania che la fiducia dei mercati e degli investitori vuole l’eliminazione dell’art. 18, fino a spingersi poi a dire che la riforma Fornero, allineandosi alla normativa della Germania, prevede per il lavoratore ingiustamente licenziato per il quale non sia stato disposto il reintegro una indennità maggiore di quella prevista per i lavoratori teutonici. Ben 24 mensilità contro le sole 18 germaniche. Peccato che la possibilità di trovare lavoro nella germania del PIENO IMPIEGO sia assai diversa che in italia dove la disoccupazione effettiva ha ormai la doppi a cifra e le 24 mensilità (se e quando disposte dal giudice) non rappresenterebbero che l’addio stabile al lavoro. Ma per il senatore del PD Iachino, i dati macroeconomici incontestabili poco contano. In mente non c’è che l’art. 18 e la necessità di eliminarlo per far si che “dalle aziende che si trovano in esubero di personale i lavoratori possano spostarsi verso quelle che si trovano in carenza”. Una analisi da vero economista, ricercatore, professore emerito, dirigente fiom e parlamentare PCI che merita davvero un applauso!!!

venerdì 27 aprile 2012

Lettera a GRILLO

Caro Beppe, Grazie all’ISTAT i giornali di oggi (27 aprile) hanno svelato che metà delle pensioni pagate vale meno di 1000 euro al mese. 1000 €! Una pensione che la maggior parte dei giovani lavoratori e di quelli di mezza età, si sognano di avere al compimento dei 65 anni e passa. Difficile infatti che un normalissimo lavoratore dipendente possa superare quel limite, causa coefficienti di rivalutazione agganciati ad un andamento del PIL negativo o inesistente. E’ la condanna di chi avrà la pensione calcolata con il sistema CONTRIBUTIVO ma che di contributivo non ha nulla, visto che non restituisce di fatto che la minima parte di quanto versato in 40 anni e passa di lavoro e senza rendere disponibile alcun capitale. Ma è di un dato non detto dall’ISTAT e non segnalato dai giornali che volevo parlare. Non si dice infatti che su 253 miliardi pagati di pensioni nel 2009, ben 37,7 (cioè quasi il 15%) sono andati ad un solo 4,3% di pensionati e che 2,6 milioni su 16,7 milioni totali sono invece i pensionati che percepiscono più di 2000 €. al mese di pensione. Costano da soli 91 miliardi di euro e percepiscono una pensione già superiore allo stipendio medio di un impiegato o di un operario (tra i 1200 e i 1400 €.) che con i propri contributi oggi pagano pensioni maturate con 15, 20, 25 anni di lavoro e calcolate sull’ultimo stipendio percepito. Fra tutte le misure, questo governo di tecnici in età di aureo pensionamento, non ha realizzato che la prima vera manovra da fare sulle pensioni è il taglio di quelle pensioni che, per durata e livello retributivo, non sono state guadagnate nel corso della vita lavorativa. Tagli a partire dal 3% per le pensioni sopra i 2000€ per arrivare al 15% per quelle sopra i 3000€ porterebbero nelle casse dello stato quasi 9 miliardi di euro da utilizzare per sostenere il reddito di chi non arriva a fine mese, ha perso il proprio lavoro e per chi il lavoro lo sta cercando o lo cercherà. E in futuro, magari, anche per riportare a maggiore equità questo sistema pensionistico che condanna i più giovani come i lavoratori di mezza età. Il popolo del contributivo e del misto che oggi consente che quelle stesse pensioni vengano mensilmente pagate! Confidando di esserti stato utile e che tu lo possa essere per tutti i futuri pensionati, un cordiale saluto

martedì 24 aprile 2012

stipendi fermi come nell'83

Dice l'Istat che la forbice fra aumnento degli stipendi (1,2) ed inflazione (3,3,)si è allargata al livello del 1983. Trenta anni fa, quando però l'inflazione viaggiava a doppia cifra e, come insegna la vecchia curva di Philips, la situazione del lavoro era quasi da pieno impiego. Oggi invece calano gli stipendi, aumenta l'inflazione e pure la disoccupazione, toccando livelli pericolosi per un paese non più abituato da tempo a vivere tensioni socio economiche importanti. Il rischio, per tutti i lavoratori dipendenti, non è solo quello di vedere minacciato il proprio posto di lavoro, ma di veder compromesso anche quella parte che il nostro lavoro ha sin qui maturato e avrebbe dovuto esser messo da parte per assicurare il nostro futuro pensionistico. E' proprio la condizione di contingente crisi economica che dovrebbe mostrare la debolezza del sistema pensionistico falsamente mutualistico vigente. Ai lavoratori dell'economia di crisi si chiede oggi di continuare a pagare contributi per pensioni di altri, maturate con pochi anni di lavoro e con un sistema di calcolo basato sull'ultimo stipendio percepito, mentre quegli stessi contributi versati per tempi sempre più lunghi non ci potranno assicurare la men che minima pensione onorevole e nemmeno essere utilizzati per risolvere il problema contingente. Quello della possibile perdita del lavoro, del bisogno di affrontare problemi emergenti ed affrontere nuove scelte di vita e di lavoro.